giovedì, Marzo 28 2024

In un antico manoscritto cinquecentesco (Origine e discendenza della casa dei Medici di Firenze, attribuito a Cosimo Baroncelli)narrante le origini della famiglia Medici, si racconta di come nella zona dell’alta Val di Sieve vi fosse un gigante chiamato Mugello che terrorizzasse la popolazione, imperversando per paesi e campagne. Un capostipite della famiglia Medici, un certo Averardo de’ Medici, comandante dell’esercito di Carlo Magno, intento a liberare il territorio toscano dall’invasione dei Longobardi, affrontò impavido la creatura mitologica. Durante lo scontro, il gigante Mugello conficcò la propria mazza dentata nello scudo dorato di Averardo: i segni rimasti impressi sull’arma del cavaliere suggerirono l’emblema araldico delle palle o “bisanti” nel blasone mediceo. Il nobile fiorentino riuscì nell’impresa di sconfiggere la figura mitica, e i lontani avi di Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico si sarebbero trasferiti nella regione rurale del Mugello, che con il loro contributo divenne terra di castelli e ville, oltre che di pievi e borghi.

In realtà questo rappresenta l’emblema della famiglia Medici con l’avvento al potere di Lorenzo al Magnifico (la sfera superiore più grande rivestita di azzurro con tre gigli di Francia)mentre prima di quel momento le sei palle raffigurate erano tutte di ugual dimensioni di colore rosso.

La leggenda risulta sicuramente un modo per nobilitarsi, una sorta di campagna pubblicitaria dell’epoca.

La tradizione vorrebbe i Medici originari del Mugello, ma le notizie sulla famiglia precedenti alla metà del Duecento sono assai scarse e dubbie e forse cambierebbero il quadro. Fonti attendibili dichiarano che i Medici compirono i primi consistenti acquisti di terre in Mugello fra il 1260 e il 1318, mentre possedevano immobili di una certa rilevanza a Firenze almeno già dal 1169. Risulta in ogni caso difficile stabilire se i capostipiti della nobil famiglia, agli albori della loro storia, fossero proprietari terrieri molto agiati che hanno cercato in città nuove occasioni di ascesa e sviluppo, o se invece siano stati cittadini abbienti che per riscattarsi dalla propria estrazione popolare realizzarono alleanze funzionali con casate nobili e lungimiranti investimenti nelle campagne.

Villa di Cafaggiolo, costruta nel corso del ‘400 su commissione di Cosimo il Vecchio da Michelozzo Michelozzi

Previous

La "vecchiaccia" di Poggibonsi

Next

Il castello di Migliana, tra odio e amore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Controlla anche